Emilia Lacerenza non ce l'ha fatta. Il raro tumore del seno diagnosticato nel 2018, "un carcinoma sarcomatoide
metastatico triplo negativo", ha avuto la meglio sulla 33enne di Barletta che ha lottato contro la malattia fino a fare
appello via social agli studiosi di tutto il mondo.
Uno spiraglio si eraaperto a gennaio, quando la giovane mamma - lascia due bambini - era volata allo
Sheba Medical Center di Tel Aviv,in Israele, per sottoporsi a una terapia sperimentale.
Era stata lei stessa, dopo l'appello condiviso su Facebook, ad aggiornare i follower sulle condizioni di salute. Anche quando, il 14 marzo, aveva esultato dopo aver ricevuto l'esito del test per la diagnosi del Coronavirus: "Negativo, negativo, negativo. Piccola ma grande felicità. Si può continuare con le sedute di chemioterapia. Dio questa volta ha ascoltato le mie preghiere. Mi raccomando, per il bene di tutti - scriveva Lacerenza - restate a casa". Per lei si era mobilitata tutta la città con una raccolta fondi a sostegno delle cure.
La donna era stata sottoposta a tampone perché aveva preso frequentato la chiesa della Santissima trinità a Barletta dopo che il parroco, don Cosimo Falconetti, era risultato positivo al Covid-19.
Lo stesso esame è stato ripetuto per altre due volte: sempre negativo. Lacerenza è morta martedì 21 aprile nel reparto di Oncologia dell'ospedale Dimiccoli di Barletta, diretto da Gennaro Gadaleta. Per l'esito dei tamponi, la rarità della malattia e il suo stadio terminale, i medici hanno consentito alla madre e al marito di Emilia di passare qualche minuto con lei. "Per salutarla", dicono i medici.
La madre ha avuto la possibilità di stare con lei domenica 19 aprile, il marito il giorno della morte. "Tutti e due erano bardati in modo da non mettere in pericolo gli altri degenti", spiegano dalla Asl Bt. I medici hanno fatto un'eccezione ai protocolli anti-Covid: "Una ragazza così, con quella malattia così rara, non se ne poteva andare da sola".